IPNOSI E PARTO

Ipnosi, gravidanza e preparazione al parto. Una tecnica integrativa per tutelare mamma e bambino.

Nonostante l'esperienza del parto sia tra le più significative nella vita di una donna, l'idea del dolore ad esso associato, che viene spesso descritto come il più intenso in assoluto, può rappresentare per le future madri un grosso timore. Nonostante gli odierni rimedi siano efficaci nel ridurre il disagio, utilizzarli comporta il rischio di effetti collaterali che possono dilatare i tempi del parto o, in certi casi, nuocere alla salute del bambino. La letteratura scientifica, ad esempio, riporta come il ricorso all’epidurale possa interferire con l’abilità della madre di spingere efficacemente, causare ipotensione e così aumentare le probabilità che si presentino dei blocchi motori e che si debba eseguire un parto strumentale. L’utilizzo di narcotici per contenere il dolore, per quanto efficace, rischia di causare nel neonato una condizione detta di “depressione neuro-comportamentale” (caratterizzata da povero tono muscolare, bassa soglia di vigilanza e problemi respiratori) che può persistere per parecchi giorni,. Per motivi come quelli esposti, dunque, la comunità scientifica si è interessata a individuare metodi che possano ridurre il dolore del parto tutelando la madre ed il neonato.
Vista l’efficacia dell’ipnosi nel contenere altri tipi di dolore, è stato naturale testarne gli effetti anche in questo campo. Uno studio del 2007, riporta che donne addestrate all’utilizzo dell’autoipnosi, hanno provato meno dolore rispetto alle appartenenti a un gruppo di controllo. La riduzione è stata tale da consentire la somministrazione di dosi inferiori di sedativi ed analgesici e di ridurre la frequenza di ricorso a epidurali. I benefici dell’intervento sono anche stati evidenti nei neonati, che mostravano punteggi APGAR ad un minuto dalla nascita (un indice della salute del neonato che viene comunemente registrato in sala parto) migliori rispetto ai neonati delle madri appartenenti al gruppo di controllo. Risultati del genere sono inoltre stati ottenuti qualche tempo prima da un gruppo di ricercatori australiani che, oltre a quanto già detto, hanno rilevato come, in seguito a quattro sedute di ipnosi condotte intorno alla 35° settimana di gestazione, si riducesse la necessità di ricorrere alla stimolazione del travaglio attraverso ossitocina nelle partorienti. 
Sempre nell’ottica di rendere l’esperienza del parto più fluida possibile, è stata testata la capacità dell’ipnosi, oltre che di ridurre il dolore percepito, di abbreviare i tempi del travaglio. Anche questo studio comprende due gruppi di soggetti, del primo facevano parte donne preparare al parto con 6 sedute di autoipnosi, del secondo, invece, donne seguite con procedure d’assistenza standard. I risultati dimostrano che nel gruppo preparato con l’autoipnosi, oltre ad effetti analoghi a quelli descritti sopra, la durata della prima e della seconda fase del travaglio, che sono generalmente le più dolorose, è stata significativamente minore. Interessante infine il fatto che queste differenze tra gruppo di autoipnosi e gruppo di controllo sono state più marcate nelle partorienti primipare.
Possiamo quindi dire che, rispetto agli iter medici standard, la preparazione al parto attraverso l’ipnosi consente alle future madri di alleviare il dolore, ricorrere più raramente a epidurali, a dosi minori di analgesici e di abbreviare la durata del travaglio. Questi benefici hanno anche un effetto positivo sulla salute del neonato alla nascita. 
Ma quali sono i risultati quando l’ipnosi, invece che con un gruppo di controllo, viene confrontata con altri tipi di preparazione al parto?
Uno studio del 2004 ha messo a confronto delle partorienti preparate  con l’ipnosi con altre che frequentavano gruppi di counseling supportivo. I risultati, confermando quanto già riportato da letteratura precedente, mostrano che i benefici ricavati dal primo gruppo rispetto al secondo sono stati molteplici; si è assistito ad un minor ricorso a parti cesarei, stimolazioni del travaglio attraverso ossitocina  ed epidurali, insieme ad una riduzione delle dosi di analgesici somministrati e ad una minore insorgenza di complicanze.
Ricerche analoghe sono state svolte valutando gli effetti dell’integrazione dell’ipnosi in corsi di preparazione al parto miranti a fornire strategie per affrontare stress emotivo e dolore, ed informazioni sul parto. Questi corsi spesso prevedono l’insegnamento di tecniche di rilassamento e respirazione oltre che istruire le partecipanti sulle posizioni da assumere in modo da favorire lo svolgersi della prima fase del travaglio. Le partorienti che seguono questi corsi riportano in genere benefici maggiori rispetto a coloro le quali invece seguono percorsi di cura standard. Uno studio ibid. dimostra che l’integrazione dell’ipnosi in questo tipo di percorso, oltre ad abbreviare la durata del primo stadio del travaglio e a ridurre la quantità di farmaci utilizzata durante la procedura, ha un effetto migliore sul punteggio APGAR del bambino.
Riassumendo possiamo dunque dire che l’ipnosi rappresenta una valida integrazione ai rimedi analgesici tradizionali. La riduzione del dolore, insieme all’accorciamento dei tempi del travaglio, rende l’esperienza del parto più confortevole sia per la madre che per il nuovo nato.
 
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