IPNOSI E BAMBINI

Ipnosi in pediatria

A cura dalla Dott.ssa Barbara Adinolfi
Medico chirurgo Specialista in Pediatria Perfezionamento in Neonatologia e Puericultura  
Master in Ipnosi Clinica ad orientamento Ericksoniano.

 
Esperienza comune ai pediatri di famiglia è quella di sentirsi impotenti di fronte alla sofferenza fisica dei bambini, secondaria a una più importante sofferenza psicologica.
Spesso si riscontrano sintomi eclatanti in assenza di un’obiettività significativa e con un’anamnesi patologica muta.
E’ in questi casi che misuravo ampiamente il mio limite, lasciando la famiglia del piccolo paziente pressoché sola ad affrontare una malattia non sufficientemente fisica per potermene occupare, ma non squisitamente mentale da doverla affidare alle cure di un neuropsichiatra. Quanto all’approccio psicoterapeutico, sul territorio è riservato a forti disagi, e privatamente a chi può accedervi economicamente.
Dopo aver frequentato il master in ipnosi Ericksoniana riesco a occuparmi personalmente di questo ventaglio di pazienti, mediante interventi rapidi e risolutivi.
Sia i pazienti che le famiglie, accettano di buon grado il lavoro ipnotico, catapultandosi in un’esperienza nuova, non invasiva, che si svolge naturalmente.
I bambini vivono la trance ipnotica generalmente come un gioco, ma l’inconscio registra il lavoro svolto mettendo in atto cambiamenti, facendo verbalizzare esigenze e sensibilità spesso ignorate o disattese dai genitori.
Il ruolo di quest’ultimi durante il lavoro ipnotico è fondamentale, come quello dei loro figli. Sono i genitori, infatti, a tradurmi il significato di alcune frasi che per me sarebbero incomprensibili senza questa mediazione. Non mi riferisco semplicemente alla difficoltà lessicale di un bambino di 5 anni, ma soprattutto alle descrizioni selettive e solo parzialmente corrispondenti alla realtà, presentate anche da bambini più grandi, in fase di trance.
Spesso vengono verbalizzati messaggi immediatamente compresi dai genitori, e solo in parte da me, in quanto loro i reali destinatari.
E’ dunque indispensabile la collaborazione attiva dei genitori, ma anche la massima attenzione da parte del pediatra che pratica l’ipnosi al carico emotivo della famiglia, al fine di mantenere gli equilibri durante i processi evolutivi dell’inconscio.
Erroneamente, si potrebbe pensare che il carico di lavoro di un pediatra di famiglia che in media segue 1000 pazienti, non sia compatibile con la calma e il tempo che un lavoro ipnotico richiede.
In realtà siamo medici privilegiati perché generalmente vediamo crescere i neonati, trasformarsi in bambini e poi in ragazzi e questo processo non ci scivola addosso.
Spesso siamo a conoscenza di una miniera di informazioni che i pazienti disseminano negli anni, e che da sole ci permettono di valutare senza richieste formali, se c’è un cambiamento di benessere mentale.
Insieme alle curve di crescita, di pressione sanguigna, dovremmo tracciare quella del benessere psichico.
Se interveniamo sui disagi dei bambini con la giusta tempistica e sensibilità, il tempo risparmiato ad eseguire esami diagnostici e strumentali, a rivedere il paziente che inspiegabilmente non guarisce, è notevole, così come ragguardevole è il risparmio per la società, che abitualmente si fa carico della mal practice.
Chiaramente, ancora più gratificante è il sorriso di un bambino sereno.
C’è chi mette lo zucchero sulle pillole, su quelle che somministro io non è necessario perchè non si ingoiano, sono “solo” mentali, ma sorprendentemente efficaci.
 



IPNOSI E BAMBINI