IPNOSI NELLA RIABILITAZIONE DELL'AFASIA

L’afasia è un disturbo acquisito del linguaggio dovuto ad ictus, traumi cranici o tumore.
Nell'afasia sono spesso conservate l’organizzazione complessiva del discorso (Caplan, 1992), le abilità comunicative e quelle metacognitive (Tirassa, 1999).
L'afasia costituisce una barriera alla partecipazione sociale, peggiorata dal fatto che le persone con afasia (PCA) sono consapevoli delle loro difficoltà linguistiche e delle reazioni che queste causano negli altri.
Scoraggiati non solo dalla patologia, rinunciano ad intervenire nelle conversazioni, con pesanti ricadute in tutti gli ambiti della loro vita, in primis sulle loro possibilità di recupero (Code & Hermann, 2003); restringendo dunque la qualità e la qualità delle conversazioni cui prendono parte (Davidson, Worrall & Hickson, 2003).
Anche nel caso in cui non sia presente una vera e propria depressione, la perdita della capacità di comunicare efficacemente crea un profondo cambiamento che si ripercuote su moltissimi aspetti della vita: il lavoro, l’istruzione, le relazioni, l’organizzazione della vita domestica, del tempo libero e persino personali come l’autostima.
Spesso, al momento dell’ictus, le persone con afasia avevano un’occupazione. Molti, a seconda delle circostanze e dell’età sono costretti ad andare in pensione, rimanere disoccupati o cambiare radicalmente le loro condizioni di lavoro, non solo per i deficit comunicativi, ma anche per i problemi motori, la debolezza muscolare, la stanchezza costante e le difficoltà di coordinazione che conseguono all’ictus (Parr e colleghi., 1997).
La decisione di non tornare al lavoro è, alcune volte, presa con relativa serenità, soprattutto da chi è vicino all’età pensionabile, ma più spesso rappresenta un momento delicato, in particolare per chi ha da poco intrapreso o sta consolidando la propria carriera lavorativa, per chi si identifica fortemente con il proprio lavoro, o per chi sente sulle proprie spalle la responsabilità economica della famiglia.
Inoltre, per molti, abbandonare il lavoro significa rinunciare a stimoli esterni, ad una rete di rapporti sociali, ad entrate economiche, al prestigio e ai propri interessi personali (Parr e colleghi, 1997).
L’afasia limita anche le capacità di individuo che si trovi impegnato in un processo educativo. Gli studenti seguono lezioni, corsi, dibattiti, devono leggere il materiale assegnato, prendere appunti, saper esporre e sostenere esami. Le difficoltà incontrate possono portare lo studente afasico a scoraggiarsi e a rinunciare ai propri obiettivi (Parr et al., 1998). Anche le attività svolte nel tempo libero posso subire pesanti modifiche.
Le emozioni sono state spesso tralasciate nei programmi riabilitativi del passato, sebbene abbiano una grande importanza sulla motivazione, sulle performance fisiche, cognitive e linguistiche e come tale giochino un ruolo fondamentale nella riabilitazione: la motivazione cresce e la prestazione migliora quando ci si trova in uno stato d’animo positivo. Le persone depresse, ad esempio rispondono peggio alla terapia riabilitativa di quelle che non lo sono (Code & Herrmann, 2003).
Per quanto riguarda aspetti specifici legati alla comunicazione, l'ipnosi ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento di stati d'ansia direttamente legati al linguaggio (Barker e colleghi., 1972), in particolare  l'ansia di parlare in pubblico (Schoenberger et al., 1998), nell'apprendimento di alcuni aspetti di una seconda lingua (Schumann et al., 1978), e nel trattamento della balbuzie (Kaya & Alladin, 2012). In un recente contributo Gava, Cavarra e Di Bartolomeo (2013) suggeriscono la possibilità di impiegare con efficacia le tecniche ipnotiche al trattamento della “liguistic anxiety”, l'ansia di parlare, tipica dell'afasia.
Recenti studi, dimostrano inoltre che l'ipnosi costituisce essere un valido supporto alla riabilitazione neuropsicologica (Priftis e colleghi, 2011; Cagiada e colleghi, 2012).
 
Bibliografia
 
Barker, L. L., Cegala, D. J., Kibler, R. J., & Wahlers, K. J. (1972). Hypnosis and the reduction of speech anxiety.
Cagiada, S., Canidio, L., & Pizzi, R. (2012). A Support to Neuromotor Rehabilitation based on Multimedia Enhanced Hypnosis. International Journal of Computer Applications, 56.
Caplan, D. (1992). Language: Structure, processing, and disorders. The MIT Press.
Code, C., & Herrmann, M. (2003). The relevance of emotional and psychosocial factors in aphasia to rehabilitation. Neuropsychological Rehabilitation, 13(1-2), 109-132.
Davidson, B., Worrall, L., & Hickson, L. (2003). Identifying the communication activities of older people with aphasia: Evidence from naturalistic observation. Aphasiology, 17(3), 243-264.
Gava, N., Cavarra M, Di Bartolomeo G., (2013) Linguistic anxiety: possibili contributi delle tecniche ipnotiche. Convegno nazionale “Riabilitare la comunicazione: Tecniche e Tecnologie applicate.” Torino, 29-30 Novembre 2013.
Kaya, Y., & Alladin, A. (2012). Hypnotically Assisted Diaphragmatic Exercises in the Treatment of Stuttering: A Preliminary Investigation. International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis, 60(2), 175-205.
Parr, S., Byng, S., Gilpin, S., & Ireland, C. (1997). Talking about aphasia: Living with loss of language after stroke. McGraw-Hill International.
Priftis, K., Schiff, S., Tikhonoff, V., Giordano, N., Amodio, P., Umiltà, C., & Casiglia, E. (2011). Hypnosis meets neuropsychology: simulating visuospatial neglect in healthy participants. Neuropsychologia, 49(12), 3346-3350.
Schoenberger, N. E., Kirsch, I., Gearan, P., Montgomery, G., & Pastyrnak, S. L. (1998). Hypnotic enhancement of a cognitive behavioral treatment for public speaking anxiety. Behavior Therapy, 28(1), 127-140.
 
Tirassa M. (1999). Communicative competence and the architecture of the mind/brain. Brain and Language, 68: 419-441.
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