PIEDI ECCESSIVAMENTE GRANDI

In un'altra situazione, che venne risolta in una sola seduta, l'approccio di Erickson fu completamente diverso e, pur non usando l'ipnoterapia, la sua tecnica può ugualmente essere considerata di tipo ipnotico. Il problema era quello di una ragazza di quattordici anni che era convinta di avere i piedi eccessivamente grandi. La madre si recò da Erickson per spiegargli come stavano le cose: da circa tre mesi la figlia aveva cominciato ad isolarsi sempre di più e non voleva andare a scuola o in chiesa e neppure uscire per strada, inoltre non voleva assolutamente parlare dei suoi piedi, neppure con un medico. Le rassicurazioni della madre non avevano nessun effetto e la situazione peggiorava di giorno in giorno. Erickson riferisce: Mi accordai con la madre che il giorno seguente sarei andato a trovarla con il pretesto di visitarla per vedere se aveva l'influenza. Si trattava di una scusa, ma in effetti la madre non si sentiva bene e io le dissi che avrei dovuto visitarla. Quando arrivai la madre era a letto; le feci un accurato esame obbiettivo, le esaminai il torace, le ispezionai la gola e così via. Po chiesi alla ragazza che era presente di prendermi un asciugamano e quindi di restarmi accanto perché avrei potuto avere bisogno di qualcosa; era molto preoccupata per la salute della madre. Guardandola mi resi conto che era piuttosto sviluppata, ma non aveva i piedi grandi. Mentre osservavo la ragazza mi chiedevo che cosa avrei potuto fare per portarla su questo problema. Alla fine mi venne un'idea. Non appena ebbi finito di visitare la madre, feci in modo che la ragazza si trovasse proprio dietro di me: ero seduto sul letto e parlavo con la madre, ad un certo punto mi alzai con calcolata lentezza, poi improvvisamente feci un passo in dietro in modo maldestro e misi giù con forza il tacco sulle dita del piede della ragazza che, naturalmente, urlò di dolore. Allora mi voltai verso di lei e le dissi in modo adirato: "Se ti fossi fatta crescere quegli aggeggi microscopici, li avrei visti e non mi sarebbe successo". La ragazza continuò a guardarmi sbalordita mentre scrivevo una ricetta e telefonavo in farmacia; quel giorno per la prima volta dopo tanto tempo, chiese alla madre se poteva andare al cinema e andò a scuola e in chiesa. Così finì il suo isolamento che durava da tre mesi. Qualche tempo dopo seppi che la ragazza era divenuta molto socievole e si divertiva. Né lei né la madre erano riuscite a capire cosa avevo fatto; la madre si era accorta soltanto che quando ero andato a trovarla quel giorno era stato scortese con sua figlia, ma non poteva mettere questo fatto in rapporto con la normalità. Liberamente tratto da J. Haley. TERAPIE NON COMUNI. TECNICHE IPNOTICHE E TERAPIA DELLA FAMIGLIA. Casa Editrice Astrolabio
PIEDI ECCESSIVAMENTE GRANDI