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Ipnosi e ortodonzia, l'accoppiata che sconfigge le fobie

Dici “ipnosi” e tutti pensano ai maghi, agli illusionisti e a tutti gli annessi e connessi: il ripercorrere ricordi, il comportarsi in modo inusuale, l’imitare degli animali; in generale, per ipnosi si intende “un fenomeno psicosomatico che coinvolge sia la dimensione fisica, sia la dimensione psicologica del soggetto. È una condizione particolare di funzionamento dell’individuo che gli consente di influire sulle proprie condizioni sia fisiche, sia psichiche e sia di comportamento”. (Fonte: Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Ipnosi)
Molti di voi si staranno chiedendo “e che c’entra l’ipnosi con il dentista? che già io solo a pensare di doverci andare, mi prendo male” (e vi assicuro che non siete gli unici!) ma da oggi, tutto cambia!
Gli specialisti di ipnosi del M. Erickson Institute di Torino hanno formulato questa teoria secondo la quale le tecniche ipnotiche potrebbero rivelarsi un valido supporto nella cura dei denti e dall’8 al 10 novembre parteciperanno al Congresso della Società Italiana di endodonzia per proporre i benefici di questa metodica.
Potrà anche sembrarvi banale, ma l’idea di abbinare tecniche mutuate dalla psicoterapia è nata proprio basandosi sul blocco psicologico che affligge quasi tutti noi riguardo la visita dal cavadenti: come fare per superare questo blocco? come evitare lo spavento che il 75% di noi prova sulla poltrona del dentista? L’odontoiatria, grazie all’apporto dell’ipnosi, può trovarsi di fronte ad una svolta.
Giancarlo Di Bartolomeo, odontoiatra, psicoterapeuta e direttore del M. Erickson Institute spiega: “Utilizziamo principalmente la metodica conversazionale che si avvale del linguaggio verbale e non verbale, e porta il paziente a una trance normalmente superficiale, ma già più che sufficiente per svolgere il lavoro. Metodica nella quale viene mantenuto un dialogo tra l’odontoiatra e il paziente. Il paziente è quindi sempre cosciente, vigile e in grado di rispondere prontamente all’odontoiatra. Viene semplicemente guidato in uno stato di rilassamento tale da rendere notevolmente più agevole e proficuo il lavoro nel cavo orale”.
Oltre a limitare nervi troppo tesi al paziente, questo apporto dell’ipnosi all’ortodonzia si potrebbe rivelare eccezionalmente utile anche per il dentista: in un trattamento temuto come la terapia canalare, per esempio, l’ipnosi promette di “abbreviare i tempi di lavoro e diminuire sensibilmente l’aspettativa e la percezione del dolore”; oltre a ciò, gli specialisti prospettano vantaggi anche per l’odontoiatra, che “riuscirà a completare in minor tempo attività terapeutiche impegnative e infine, grazie all’autoipnosi, avrà capacità di recupero elevate per poter svolgere al meglio delle proprie capacità il lavoro di endodonzia”.
Per quel che è la mia opinione; spero davvero che questo possa essere un ulteriore passo avanti in quel che riguarda l’ortodonzia, anche perchè sono esageratamente impressionabile da aghi e simili e con l’aiuto dell’ipnosi potrei davvero calmarmi un pochino.
Vero è che non sono mai stato ipnotizzato e che nutro fortissimi dubbi nei confronti di questa disciplina, ma vero è anche che tutto quello che ci è sconosciuto genera dei dubbi.
Vi farò sapere