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L'ipnosi durante il parto

L'ipnosi potrebbe rivelarsi la soluzione più semplice e meno invasiva nel limitare i dolori dovuti al parto. A sostenerlo è un gruppo di medici della britannica Central Lancashire University. Negli ospedali delle città di Blackburn e Burnley, i ricercatori inglesi, finanziati dal sistema sanitario britannico, insegneranno alle donne in attesa tecniche di auto-ipnosi da attuare al momento del parto. I ricercatori daranno lezioni sui modi più indicati per autoindurre uno stato di rilassatezza e come massaggiarsi per stimolare la produzione di endorfine.
Il prof. Soo Downe, dichiara: “l'ipnosi ha già funzionato molto bene in altre aree della salute". L'epidurale è il sistema al momento più utilizzato per alleviare i dolori delle partorienti, ma ha i suoi svantaggi, in particolare un effetto di allungamento del travaglio e una maggiore probabilità di dover ricorrere al taglio cesareo.
"La gravidanza e il parto - spiega il dr. Gian Carlo Di Bartolomeo- sono momenti particolarissimi della vita di una donna, e portano con sé un carico emotivo spesso sottovalutato. La gravidanza è il momento dell'attesa, delle aspettative, dell'immaginare il proprio bambino. Poi, più il momento della nascita si avvicina più ci si focalizza sul parto, che spesso fa paura, perché associato ad immagini di grande sofferenza fisica. Infine, dopo la nascita, il periodo immediatamente dopo il parto è spesso denso di nuove emozioni e sensazioni contrastanti. Le donne in grado di utilizzare l'ipnosi su se stesse, possono utilizzare al meglio le proprie risorse interne per attraversare con serenità tutte queste fasi".
“Durante il travaglio - continua Di Bartolomeo – La donna sperimenta una sequenza di contrazioni dolorose intervallate da momenti di pausa. In questa situazione la componente di “aspettativa del dolore” riferita alla contrazione successiva, può enfatizzarne la percezione dolorosa, colorandola di sensazioni ansiogene. I processi ipnotici, lavorando sulla rappresentazione cognitiva ed emotiva di una situazione, interagiscono in modo profondo sulla percezione dolorifica, riducendola e rendendola di fatto gestibile. Diverse ricerche hanno dimostrato come i processi ipnotici siano in grado di influenzare la cosiddetta “pain matrix”, ovvero la complessa rete neurale attiva durante la percezione del dolore che si estende dalla corteccia frontale del cervello, fondamentale per i processi di pianificazione, alla corteccia insulare, importante per la valutazione emotiva degli eventi. Per questi motivi l’ipnosi è uno strumento estremamente utile per il trattamento del dolore, sia acuto che cronico.”
“Il processo di anticipazione del dolore – aggiunge la dr.ssa Nicoletta Gava, psicologa clinica -si basa sulla convinzione di non poter spostare l’attenzione da esso e di dover sempre pensare in modo ossessivo al momento in cui si “subirà” il dolore”. “La letteratura psicofisiologica ha mostrato come le tecniche ipnotiche possano influenzare positivamente tale processo agendo su anche su altre strutture cerebrali come l’ippocampo, nel lobo temporale, e l’amigdala, struttura sottocorticale”.
“L’amigdala regola principalmente l’attività di orientamento verso stimoli nuovi mentre l’ippocampo agisce sull’abitudine verso stimoli ripetuti ed è noto come entrambi i processi siano fondamentali in ipnosi”. “Infatti uno dei propositi dello stato ipnotico consiste nel gestire gli stimoli irrilevanti, in questo caso i pensieri relativi al dolore, e spostare le proprie risorse attentive verso alcuni stimoli che rappresentano la fonte di informazione principale, come la felicità dovuta all’arrivo di una nuova vita”.
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