LO PSICHIATRA IN GUERRA CONTRO I CIARLATANI

Asso nella manica di ciarlatani, rapinatori e spie, l'ipnosi si sta prendendo una grande rivincita. Esce dai teatri degli imbonitori e diventa uno strumento importante per la Medicina. Prevista dal Servizio sanitario nazionale dietro pagamento di un ticket, viene utilizzata in diversi ospedali italiani: pochi, per la verità. La via della redenzione è ancora disseminata dal sospetto: il confine tra legale e illegale, fra terapia e trappola resta molto sottile. LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA SU L'UNIONE SARDA

Il professor Camillo Loriedo è primario del Servizio Disturbi dell'alimentazione dell'ospedale Umberto I a Roma. Sessantatré anni, due figli, psichiatra, docente all'università La Sapienza, è presidente della Società italiana di Ipnosi (Sii) e anche di quella internazionale. Ha pubblicato 350 lavori e una trentina di libri. È considerato degnissimo erede di Milton Erickson, che è un po' il padre di quella che viene definita nuova ipnosi .

Per praticare l'ipnosi è necessario essere medici?
«Medici o psicologi. Dopo la laurea chi vuol fare lo psicoterapeuta deve seguire un corso di quattro anni. Insomma, una specializzazione vera e propria».

La diffidenza nei vostri confronti da cosa nasce?
«Da alcuni fenomeni spettacolari che finiscono per fare di tutta l'erba un fascio. Mi riferisco a quelli che si chiamano ipnotizzatori, mi riferisco a certi esperimenti che puntano a stupire. Siccome l'ipnosi permette di tornare al passato, la distanza col magico diventa impercettibile. Non solo: può dare anche allucinazioni e quindi cambiare la sensazione del tempo. Mettete tutto questo nelle mani sbagliate...».

LO PSICHIATRA IN GUERRA CONTRO I CIARLATANI