IPNOSI ED AUTOIPNOSI PER IL CONTROLLO DEL DOLORE

La ricerca neuroscientifica ha ormai dimostrato che la percezione del dolore è regolata da reti i cui nodi risiedono, per una parte significativa, sulla corteccia cerebrale, struttura che viene modificata continuamente attraverso l’esperienza1.Questo dato ha costituito una base teorica in grado di spiegare finalmente il successo di interventi psicologici volti al miglioramento della gestione del dolore. Tra questi, ipnosi ed autoipnosi hanno notevolmente polarizzato l’attenzione dei ricercatori negli ultimi dieci anni, in quanto insegnare l'autoipnosi al soggetto sofferente significa fornirgli uno strumento del quale può servirsi in piena autonomia2,3,4,5. Particolarmente interessante è il lavoro di Derbishyre su pazienti affetti da fibromialgia: in seguito ad un breve addestramento di autoipnosi, i soggetti fibromialgici si sono dimostrati in grado di aumentare, diminuire e stabilizzare il proprio dolore molto più efficacemente rispetto a pazienti in stato di veglia3. Anche altre ricerche dimostrano che i risultati ottenuti con l'ipnosi tendono ad essere stabili e accompagnati da cambiamenti di attivazione neurale, - soprattutto se l’intervento comincia sin dalle prime fasi del disturbo6,7. Questo grazie al fatto che i pazienti non si limitano a sottoporsi ad un trattamento, ma, apprendendo l’autoipnosi, si dotano di  strategie attive di gestione del sintomo che possono metter in atto nel momento del bisogno.8,9,10,11
Una delle applicazioni promettenti delle tecniche ipnotiche riguarda il campo del dolore cronico, sintomo che può emergere da una grande quantità di condizioni mediche. Un esempio sono i pazienti che a causa di un trauma hanno riportato lesioni alla colonna vertebrale. Circa un terzo di questi soffre di dolore cronico che difficilmente regredisce12,13e per il quale non sempre i farmaci sono d’aiuto14,15. Uno studio del 2009, condotto da ricercatori dell’università di Washington e Miami, ha dimostrato come l’ipnosi sia in grado di abbassare il grado di dolore percepito dai pazienti, sia nell’immediato, sia in modo stabile nel tempo.Èinteressante notare come i risultati siano stati raggiunti indipendentemente dal grado di ipnotizzabilità dei pazienti.
Non sono però solo le condizioni croniche a generare quadri in cui il dolore rappresenta un elemento invalidante, basti pensare, tra gli altri, ai sopravvissuti a gravi ustioni. L’invasività del dolore da ustione è talmente grande che comunemente si ricorre a notevoli quantità di oppioidi per contenerlo16,17, che, oltre  a risultare spesso inefficaci18, espongono i pazienti al rischio di effetti collaterali. Aggiungiamo che il dolore intenso rallenta il processo di guarigione19,17, può causare stati di delirium20,21o favorire l’insorgere di un disturbo da stress post-traumatico22. Uno studio recente19 mette a confronto un gruppo di pazienti sottoposti a cure standard  con un gruppo che a queste aggiungeva degli interventi ipnotici per il controllo del dolore. In quest’ultimo gruppo si osserva un più rapido miglioramento dal punto di vista fisico – lenimento del dolore, migliorata efficacia dei farmaci, minor necessità di ricorso ad anestesie generali e minor occorrenza di stati di ottundimento  – e dal punto di vista psichico ,con notevoli riduzioni dei livelli di ansia, soprattutto all’approssimarsi delle terapie fisiche, minor livello di depressione e aumento della sensazione di benessere. Notevole inoltre il fatto che i pazienti nel gruppo d’ipnosi andavano incontro a guarigioni più rapide e consideravano certe terapie fisiche, che ai partecipanti del gruppo di controllo provocavano forti stati d’ansia, come piacevoli. In altre parole l’ipnosi può essere utilizzata per ridurre il dolore anche nel caso in cui questo venga provocato da procedure mediche23o daeventi non necessariamente  connessi a gravi patologie o traumi.Un'altra interessante applicazione dell'ipnosi èquella per l’anestesia durante il parto. Una review del 201124 riporta molti esempi in cui questo tipo di approccio ha dato ottimi risultati per le donne coinvolte. . L’idea del parto è spesso accompagnata da stress e paura a causa del timore di un dolore che viene descritto come tra i più intensi in assoluto25. A questo va aggiunto che la percezione soggettiva del dolore sembra crescere all’aumentare dei livelli di ansia, meccanismo che rischia di innescare uno spiacevole circolo vizioso26,27. I dati ci dicono che sostanzialmente tutte le partorienti richiedono anestesia28che spesso viene eseguita attraverso l’utilizzo di sostanze o procedure che, in alcuni casi, possono avere effetti collaterali che complicano il parto o che hanno ripercussioni sul nascituro. Dei ricercatori dell’università di Hartford, passando in rassegna la letteratura sull’argomento, hanno concluso che, rispetto ad un programma sanitario standard 29,30,31,32,33, a sedute di counseling supportivo34,35 o ai corsi di preparazione al parto36,37,38, l’ipnosi riduce più consistentemente il dolore soprattutto se eseguita direttamente in sala parto. A questo si aggiunge una riduzione della durata della prima fase del travaglio, descritta in genere come la più dolorosa, ed un aumento del punteggio APGAR del bambino24.
Infine, ritornado alle sindromi dolorose croniche, una tra le più comuni è il mal di testa ricorrente.ne soffre infatti circa il 13% della popolazione adulta e circa il 20% della popolazione infantile/adolescenziale39. Anche in questo caso l'ipnosi è risultata estremamente efficace, come dimostra una ricerca del 201040. Oltre a provocare dolori talvolta particolarmente intensi, ha delle conseguenze sulla concentrazione, sullo svolgimento di attività professionali, scolastiche e ricreative, e può portare, soprattutto in bambini ed adolescenti ad un deterioramento delle relazioni familiari41,42,43,44,45. Per quanto i farmaci si rivelino spesso d’ausilio, soprattutto in soggetti giovani, non sempre sono efficaci e possono causare effetti collaterali46. Uno studio condotto presso l’università di Minneapolis ha esaminato gli effetti dell’autoipnosi per il trattamento di questa condizione. Si è verificato che, in seguito all’intervento ipnotico, i pazienti hanno riportato un sollievo dal dolore sia in termini di frequenza, che di intensità, che di durata. Inoltre i partecipanti, oltre a continuare a servirsi dell’autoipnosi per il controllo del dolore, ne hanno generalizzato l’utilizzo anche ad altre situazioni: interventi odontoiatrici, come ausilio alla prestazione sportiva e contenimento dell’ansia e dello stress.
Riassumendo possiamo affermare che l’ipnosi rappresenta un utile strumento per il controllo dell’intensità, della durata e della frequenza con cui il dolore si presenta. Può essere utilizzata sia in caso di dolore cronico sia di dolore acuto dovuto a traumi o a procedure mediche, sia per condizioni minori che riguardano la vita di ogni giorno. Oltre a migliorare l’esperienza psicologica del dolore, contenendo stati di ansia, di depressione o di stress, si rivela una tecnica generalmente più economica rispetto ai farmaci19e che rende il paziente, in seguito ad un breve addestramento, capace di raggiungere un miglior stato di benessere generale in totale autonomia.
 

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