IPNOSI E STUDIO

Memoria, concentrazione e creatività: l'ipnosi per lo studio.

Evidenze sull’efficacia dell’intervento ipnotico sulla prestazione accademica e scolastica.
Con l’affermarsi dell’ipnosi come strumento utile a potenziare la performance sportiva, la comunità scientifica ha cominciato ad interrogarsi sulle sue potenzialità in altri campi. Una delle linee di ricerca sviluppatasi riguarda il suo utilizzo per il miglioramento dei risultati accademici e scolastici.1 L’obiettivo dei ricercatori è stato rispondere alla seguente domanda: è possibile migliorare il processo di apprendimento attraverso l’ipnosi? In altre parole: l’ipnosi è in grado di fornire all’individuo strumenti validi per utilizzare al meglio le proprie risorse mentali?
Uno studio condotto nel 2006 presso la Columbia University2 ha confermato che l’ipnosi può agire profondamente sui processi cognitivi. In particolare i ricercatori hanno voluto verificare la possibilità, attraverso un intervento ipnotico, di riprendere il controllo cosciente di una funzione cognitiva altamente automatizzata: la lettura. È opinione comune che la processazione semantica, cioè quel meccanismo che permette di collegare alla forma della parola il suo significato, sia un processo inintenzionale, automatico e difficilmente sopprimibile. Una prova sperimentale di questo principio si ha nel momento in cui si chiede ad una persona di riferire il più velocemente possibile di che colore sia una certa parola proiettata su uno schermo. Se il testo appare di colore blu ma la parola proiettata è “Verde”, il soggetto sperimentale, quasi invariabilmente, dirà “Verde”. Questo fenomeno è chiamato “Effetto Stroop”3. I ricercatori della Columbia University hanno dimostrato che se si viene istruiti, durante una trance ipnotica, a prestare attenzione solo al colore dello stimolo proiettato, la precisione con la quale il compito verrà portato a termine aumenterà notevolmente arrivando in alcuni casi ad annullare completamente l’effetto Stroop2 .
I risultati derivanti da studi di neuroscienze dimostrano che le reti neurali utilizzate per l’apprendimento in stato ipnotico differiscono da quelle normalmente utilizzate in stato di veglia. I differenti pattern di attivazione cerebrale conferiscono agli stimoli percepiti durante l’ipnosi caratteristiche di maggior vividezza indipendentemente dal tipo di canale sensoriale attraverso il quale vengono presentati.4,5,6  Questo ha come conseguenza un netto miglioramento della performance mnemonica di soggetti ai quali viene chiesto di leggere, ed in seguito ricordare, coppie di parole6 . I ricercatori hanno inoltre rilevato come, in stato ipnotico, si verifichi un’attivazione maggiore delle aree responsabili per mantenere la concentrazione su certi stimoli escludendo quelli irrilevanti.
Quest’ultimo aspetto è fondamentale ai fini dell’elaborazione e della memorizzazione dei contenuti, tanto che è divenuto oggetto di uno studio condotto presso la University of South Wales di Sydney7 . I ricercatori hanno testato la capacità dell’ipnosi di migliorare la focalizzazione dell’attenzione sulla base di ricerche precedenti che hanno dimostrato, innanzitutto, che il tentativo di non pensare a qualcosa in realtà aumenta la facilità con cui questa stessa cosa si presenterà alla consapevolezza e, in secondo luogo, che questo è vero soprattutto quando si è impegnati in un’attività cognitivamente complessa8,9  . Ad un gruppo di soggetti in stato ipnotico è stata fatta rivivere una situazione imbarazzante del loro passato.
Fatto questo, a metà dei partecipanti è stata data l’istruzione di sopprimere quel determinato pensiero, istruzione che non veniva data agli altri. In una fase successiva è stato proposto un compito che prevedeva il riordinamento di parole appartenenti ad una frase, disposte in ordine casuale. I risultati hanno dimostrato che il gruppo che aveva ricevuto la suggestione di sopprimere la situazione imbarazzante ha effettivamente pensato meno volte ad essa rispetto al gruppo di controllo. Nonostante i contenuti emotivamente carichi (in questo studio rappresentati dalla situazione imbarazzante) siano in genere più difficili da sopprimere, l’intervento ipnotico ha permesso di ridurre l’interferenza di tali pensieri preservando l’esecuzione del compito.
In quali altri modi l’ipnosi può migliorare l’apprendimento? Un esempio è fornito da uno studio del 200610  nel quale si è dimostrato che in stato ipnotico la persona è in grado di migliorare le proprie capacità di elaborazione semantica e di accedere più efficacemente alle proprie risorse creative. A due gruppi di pazienti è stato chiesto di fornire quante più parole possibili purché cominciassero con una data lettera e fossero appartenenti ad una data categoria semantica (es. animali, cibi, capi d’abbigliamento, ecc.). Mentre un gruppo avrebbe svolto il compito in stato ipnotico, l’altro lo avrebbe fatto in stato di veglia. I risultati dimostrano che il numero di parole totalizzato dai partecipanti del gruppo in ipnosi è stato più alto di quello del gruppo in stato di veglia. Inoltre il gruppo in ipnosi ha compiuto meno errori (ripetizioni di parole o parole non appartenenti alla categoria semantica richiesta). In un’ulteriore prova veniva chiesto ai partecipanti di decidere se una certa parola fosse ortograficamente corretta o meno. Anche in questo compito la performance dei soggetti del gruppo in ipnosi è stata migliore sia in termini di velocità, sia in termini di accuratezza.
Sintetizzando, l’ipnosi è in grado di migliorare memoria, concentrazione, creatività, precisione e favorisce un più profondo controllo delle proprie risorse cognitive. Per concludere, citiamo un ultimo studio che ha verificato quanto effettivamente l’ipnosi possa essere utile a migliorare la performance accademica. I ricercatori, in questo caso1, hanno reclutato un gruppo di 119 studenti universitari e dopo averne registrato i voti ottenuti in aprile, li hanno divisi in 4 gruppi. In due di questi sarebbero stati usati due approcci ipnotici diversi ma entrambi mirati a migliorare le capacità d’apprendimento, al terzo gruppo sarebbe stato proposto un intervento di semplice rilassamento ed il quarto non avrebbe ricevuto nessun intervento. Le sedute per i primi tre gruppi si sarebbero svolte una volta a settimana per 8 settimane. I risultati mostrano che a giugno i voti dei partecipanti ai gruppi di ipnosi sono migliorati in misura maggiore rispetto agli altri due gruppi. Da notare è che gli interventi ipnotici sono stati portati avanti su gruppi di più studenti contemporaneamente. Questo punto è molto importante in quanto qualifica l’ipnosi come strumento economicamente ed organizzativamente vantaggioso rispetto ad approcci strettamente individuali.


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