IPNOSI E PERCEZIONE DEL DOLORE

Il dolore è stato, nel corso della nostra evoluzione, un importante segnale atto a difenderci dai pericoli dell'ambiente circostante. Immaginiamoci di muovere inavvertitamente il nostro braccio verso qualcosa che stia emettendo un fortissimo calore. Sicuramente la percezione bruciante che proveremo ci indurrà ad evitare quella situazione in futuro. L'International Association for the Study of Pain (IASP) definisce il dolore come "un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno". Questo tipo di definizione coglie appieno il concetto di dolore come unità esperienziale psico-somatica. Non si può dissociare, in un'esperienza dolorifica, la nocicezione (il ruolo del sistema nervoso centrale nella trasmissione ed elaborazione degli stimoli dolorifici) dalla sensazione privata di disagio dovuta allo stimolo nocicettivo. Anche per questo motivo, spesso, un evento traumatico ci fa provare dolore ed, al tempo stesso, un dolore fisico è tanto maggiore quanto  più si accompagna a pensieri su di esso. La componente di aspettativa è pervasiva di certi tipi di dolore e ne rende la valutazione estremamente articolata. Non deve quindi stupire che i processi ipnotici, lavorando sulla rappresentazione cognitiva ed emotiva di una situazione, possano interagire in modo profondo sulla percezione dolorifica. L’ipnosi si è dimostrata uno strumento estremamente utile per il trattamento del dolore, sia acuto che cronico. In generale, una suggestione ipnotica consiste in una induzione ipnotica seguita da una suggestione in cui si invita la persona ad immaginare particolari situazioni.
Si parla, invece, di suggestioni immaginative quando non si procede con l’induzione ipnotica ma solo con l’immaginazione di particolari situazioni.

In un recente studio1 è stato confrontato l’effetto analgesico indotto dall’ipnosi con quello indotto da un trattamento placebo. 172 volontari sono stati assegnati a 4 differenti gruppi:
- un gruppo di controllo che non riceveva alcun trattamento di riduzione del dolore
- un gruppo placebo che riceveva un trattamento placebo per indurre analgesia
- un gruppo immaginativo in cui è stata indotta una suggestione di analgesia fuori dallo stato ipnotico
- un gruppo ipnotico che ha invece ricevuto la suggestione dopo l’induzione di una trance ipnotica

I risultati hanno evidenziato come tutti i gruppi trattati abbiano sperimentato un’analgesia rispetto al gruppo di controllo. Inoltre il trattamento ipnotico si è dimostrato più efficace rispetto al placebo ed alla sola suggestione immaginativa (questi ultimi non hanno infatti presentato differenze significative). Risulta chiaro, quindi, come l’aspettativa di analgesia, indotta per il tramite dell’ipnosi, possa giocare un ruolo rilevante nell’esperienza dolorifica. Inoltre, utilizzando sempre un paradigma che ha coinvolto suggestioni immaginative ed ipnotiche, è stato possibile individuare le aree cerebrali attive durante un’induzione dolorifica2. In questo studio i soggetti sperimentali sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica funzionale (fMRI) in tre condizioni differenti: reale esperienza di dolore termico, suggestione ipnotica di dolore termico in assenza di stimolazione, immaginazione di dolore termico in assenza di stimolazione.
I risultati hanno dimostrato come la suggestione ipnotica attivi un pattern cerebrale simile alla reale esperienza di dolore. In particolare, le aree attivate sono state il talamo, fondamentale stazione di passaggio delle percezioni sensoriali, la corteccia cingolata anteriore e le aree prefrontali, attive durante compiti attentivi e di modulazione delle risposte emozionali e l’insula, responsabile dell’esperienza emozionale soggettiva. Contrariamente alla suggestione ipnotica, la sola immaginazione di dolore produce minime attivazioni della cosiddetta “pain-matrix”, ovvero il complesso di aree attive durante l’esperienza dolorifica.  
L’attivazione, durante induzione ipnotica, di aree cerebrali coinvolte non solo nella percezione sensoriale ma anche nelle risposte emozionali legate alle situazioni dolorifiche, dimostra come l’ipnosi possa agire su livelli cognitivi profondi e soprattutto come il dolore sia un fenomeno complesso che va oltre la nocicezione.
 
Bibliografia
1. Milling L.S. Response expectancies: a psychological mechanism of suggested and placebo analgesia. Contemp. Hypnosis 26(2): 93–110 (2009).
2. Derbyshire S.W.G., Whalley M.G., Stenger V.A., Oakley D.A. Cerebral activation during hypnotically induced and imagined pain. Neuroimage 23: 392-401(2004).

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