SOSTITUZIONE DELLE STRUTTURE DI RIFERIMENTO PER L'ANESTESIA E ANALGESIA

Dice Erickson: Quando voglio che un paziente sviluppi un’analgesia, è molto probabile che io non menzioni questa faccenda dell’analgesia. Sono estremamente disposto a lasciare che il paziente mi parli a fondo del suo dolore fino a quando non vedo dall’espressione del suo viso che lui pensa che io abbia capito. Non sono contrario a dire qualcosa, poche cose che facciano pensare al paziente che ho capito veramente. E quindi è molto probabile che gli ponga qualche domanda che lo allontani da questa faccenda del dolore: “Dove sei stato l’estate scorsa?”. Il paziente può restare abbastanza sorpreso da questa domanda sull’estate precedente. L’estate precedente non aveva avuto questo dolore. Possiamo inoltrarci nell’argomento dei piaceri, delle gioie, delle soddisfazioni dell’estate precedente. Mettiamo in rilievo il rilassamento, il benessere fisico, le gioie e le soddisfazioni e facciamo notare al paziente come sia piacevole continuare a ricordare le gioie e le soddisfazioni dell’estate precedente, il benessere fisico dell’estate precedente. Quando mi sembra che il paziente si sia innervosito appena un po’, gli ricordo di quando stava remando sulla barca e si fece quella vescica sulla mano. Gli faceva un po' male ma fortunatamente guarì. Non avevo esitato a nominare ferite o dolore o sofferenza, ma ciò era ben lontano dal dolore alla schiena del quale il paziente aveva cominciato a parlarmi. Avevo nominato il dolore dovuto a una vescica causata dall’aver remato l’estate scorsa, e non ero stato turbato da quell’espressione di disagio sul suo viso. Infatti nell’ipnosi il tuo compito è quello di guidare il pensiero e le associazioni di idee del paziente lungo canali terapeutici. Tu sai molto bene che puoi avere un punto del corpo dolorante e puoi andare avanti a vedere uno spettacolo emozionante e perderti nell’azione che avviene sullo schermo e dimenticare del tutto il dolore alla gamba o il dolore al braccio, dolore ai denti o in qualsiasi altro posto. Questo lo sai, allora perché non fare esattamente lo stesso tipo di cosa con il tuo paziente? Se stai trattando un paziente nel tuo studio e sei consapevole del fatto che ciò può causare dolore, puoi guidare il pensiero del tuo paziente in una zona molto remota dalla situazione dolorosa. Liberamente tratto da Milton H. Erickson & Ernest L. Rossi, Ipnoterapia, pag. 153, ed. Astrolabio.
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