TRAINING PER ANALGESIA OSTETRICA

Nel brano che segue, viene riportato un resoconto di un parto preparato con l'ipnosi da Erickson. L'abilità del terapeuta e della paziente hanno permesso il realizzarsi di questo risultato eccezionale. Nella seduta seguente, alcuni giorni dopo, lei affermò che si era interessata primariamente a pensare al suo parto ipnotico. Dopo una lunga discussione col marito, durante la quale egli era stato soprattutto ascoltatore, si era decisa un’analgesia, se questa fosse stata possibile. Spiegò che si augurava di sperimentare il parto nello stesso modo in cui aveva, da bambina, sentito di inghiottire una ciliegia intera o un pezzo di ghiaccio, avvertendolo passare comodamente e in maniera interessante giù per l’esofago. In modo simile le sarebbe piaciuto sentir lavorare le contrazioni, avere la sensazione del passaggio del bambino giù nel canale del parto e sperimentare un senso di distensione di quest’ultimo. Tutto ciò si augurava di sperimentarlo senza alcun senso di dolore. Quando si esaminò la possibilità di una episiotomia, lei spiegò che desiderava la sensazione del taglio senza dolore e che inoltre, voleva sentire la sutura che sarebbe stata fatta. Quando le fu chiesto se desiderava in ogni caso sperimentare qualche sensazione di dolore semplicemente come misura di assaggio, lei spiegò: “Il dolore non dovrebbe avere parte alcuna nella nascita di un bambino. Questa è una cosa meravigliosa, ma a tutti è stato insegnato a credere nel dolore. Voglio avere mio figlio nel modo che desidero. Non voglio che la mia attenzione sia distratta, anche un solo minuto, da pensieri di dolore”. Pertanto, come modo per rispondere ai suoi desideri, le fu insegnato a sviluppare una completa anestesia ipnotica (di solito la procedura consiste nel procedere da un intorpidimento all’analgesia e all’anestesia. In seguito, poiché in questo caso un’analgesia era lo scopo primario, fu indotta una completa anestesia, che quindi fu trasformata sistematicamente in una analgesia (che una completa trasformazione dell’anestesia in analgesia potesse essere effettuata è dubbio, ma i desideri della paziente potevano essere soddisfatti in questo modo e qualsiasi residuo di anestesia avrebbe solo integrato l’efficacia della analgesia). Quando fu sufficientemente istruita a rispondere a vari test clinici per l’analgesia, fu addestrata a sviluppare una profonda trance post-ipnotica sonnambulica con “quel tipo di analgesia che aveva appena imparato”, in modo che potesse entrare nel travaglio senza alcun ulteriore contatto con il terapeuta. Le istruzioni aggiuntive furono che si sarebbe svegliata al compimento del travaglio con un pieno e immediato ricordo dell’intera esperienza. Poi, una volta tornata nella sua stanza, sarebbe caduta in un riposante, confortevole sonno della durata di circa due ore, dopo di che avrebbe avuto una piacevole permanenza in ospedale, facendo felici progetti per il futuro. Circa sette settimane dopo il parto, lei, il marito e la neonata si recarono in visita da Erickson. Essi raccontarono che, appena lei entrò in ospedale, aveva sviluppato una trance sonnambulica. Durante il travaglio e il parto il marito fu presente. Lei aveva parlato liberamente con il marito e l’ostetrico e aveva descritto loro con interesse le sue contrazioni nella fase di travaglio. Si era resa conto dell’esecuzione dell’episiotomia, dell’emersione della testa dal canale del parto, della completa espulsione del bambino e della sutura della sua episiotomia – tutto senza dolore. L’espulsione della placenta provocò la sua domanda se ci fosse un gemello, poiché sentiva “qualcos’altro muoversi giù”. Fu un in grado di ridere del suo errore quando fu informata che si trattava della placenta. Contò i punti della sutura dell’episiotomia e si informò se il dottore avesse “barato” somministrandole un anestetico locale, poiché, mentre poteva sentire l’ago, si trovava in una condizione annebbiata, priva di dolore, che lei associava alla sensazione intorpidita del suo mento dopo un’anestesia locale ai denti. Fu sollevata quando venne informata che non c’era stata alcuna anestesia locale. Le fu mostrata la bimba, la esaminò accuratamente e chiese il permesso di svegliarsi. Era stata istruita a essere in pieno rapporto con il marito e l’ostetrico e a fare le cose che si rendevano necessarie per rispondere alla situazione. Per questo motivo, inesperta nella situazione, rispose accuratamente alla necessità di conformarvisi appurando che si trattava di svegliarsi. Di nuovo guardò la bimba. Poi, nel dire al marito che aveva un ricordo completo di tutta l’esperienza e che ogni cosa era accaduta esattamente come desiderava, improvvisamente dichiarò che era assonnata, e dormì per circa un’ora e mezza la sua permanenza nell’ospedale fu molto lieta. Due anni più tardi lei annunciò ad Erickson che aspettava una altro figlio e chiese che le fosse dato un “corso di aggiornamento, solo per rassicurarsi”. Fu sufficiente una seduta di circa tre ore in trance profonda per rispondere alle sue esigenze. Molto di questo tempo venne usato per assicurare un resoconto adeguato dei suoi adattamenti. Furono trovati eccellenti sotto ogni riguardo. Liberamente tratto da Milton H. Erickson. Ipnoterapia; pag. 512. Casa editrice Astrolabio.
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