INSONNIA, IPNOSI E AUTOIPNOSI: RIPOSARE MEGLIO
Il sonno è una necessità biologica che ci aiuta nel rilassare il corpo ed i suoi muscoli, nel preservare l’energia ed anche nel consolidare le tracce mnemoniche acquisite durante la giornata. Nonostante queste funzioni sembrino oramai assodate, il vero “perché” del sonno è ancora dibattuto. E’ noto come noi spendiamo un terzo delle nostre vite riposandoci (circa 8 ore ogni giorno) ed, anche intuitivamente, si può comprendere come questa funzione sia determinante per le nostre vite. I disturbi del sonno, infatti, portano a fatica mentale ma anche a difficoltà nei processi di presa di decisione e di risoluzione dei problemi. Questi processi cognitivi sono stati collegati, da diversi studi di neuroscienze, al lavoro svolto dai nostri lobi frontali (parte anteriore della corteccia cerebrale, di recente evoluzione) ed è interessante notare come l’insonnia, uno dei più gravi disturbi del sonno, sia collegata con una disfunzione nelle aree cerebrali prefrontali1.
L’insonnia è caratterizzata dalla presenza di stati di veglia durante il periodo che dovrebbe essere dedicato al sonno. Essa può riguardare sia l’addormentamento (quindi l’incapacità di entrare in uno stato di sonno), sia il risveglio notturno (ovvero l’incapacità di mantenere lo stato di sonno per l’intero arco di tempo desiderato, a causa di continui e ripetuti risvegli), sia il risveglio precoce (in questo caso capita di interrompere troppo precocemente lo stato di sonno e di non riuscire più a riaddormentarsi). Solitamente, la qualità del sonno viene misurata analizzando diversi parametri: da un lato si considerano elementi soggettivi quali la buona qualità del sonno dormito, dall’altro parametri oggettivi come la durata degli episodi di sonno, il numero di risvegli precoci ed il tempo di addormentamento. Lo studio dell’ipnosi applicata al sonno non è sicuramente recente, infatti diversi lavori1,2 hanno confermato come l’ipnosi-terapia e l’autoipnosi possano portare benefici nel trattare i disturbi del sonno. Tali benefici si ottengono grazie ad una modulazione cognitiva che riduce l’iperattività dei soggetti che soffrono di insonnia, ed una modulazione comportamentale volta al rilassamento muscolare che è più consono agli stati di sonno. Inoltre è stato recentemente dimostrato il miglioramento del sonno in pazienti affetti da disturbo post traumatico da stress3 e adolescenti con familiarità di diabete4. Nel primo studio3, 17 pazienti sono stati trattati con ipnosi-terapia due volte a settimana (1.5 ore a seduta) per due settimane e gli effetti del trattamento sono stati confrontati con un gruppo di 15 soggetti trattati farmacologicamente. I risultati hanno dimostrato che:
1) in entrambi i gruppi si aveva un aumento della quantità di ore di sonno tra la prima e la seconda seduta,
2) nel gruppo che ha ricevuto l’ipnosi si è osservato un significativo aumento nella qualità del sonno,
3) in entrambi i gruppi sono diminuiti i risvegli precoci, ma la diminuzione maggiore si è osservata nel gruppo che ha ricevuto il trattamento con l’ipnosi.
Nell’insieme lo studio dimostra come diversi parametri, sia soggettivi che oggettivi, possano essere modificati in seguito alla pratica ipnotica.
Nel secondo studio4, 14 ragazze con insonnia hanno migliorato la qualità del sonno combinando un approccio cognitivo-comportamentale a tecniche di ipnosi. Inoltre è stato riportato come l’ipnosi-terapia sia stata ben accettata ed abbia favorito l’intervento cognitivo-comportamentale nel trattamento del disturbo dell’insonnia.
Dagli studi sopra riportati è, dunque, emerso come l’ipnosi possa essere un importante aiuto per chi soffre di disturbi del sonno, soprattutto se coadiuvata da una terapia psicologica classica. Questo tipo di aiuto, deriva probabilmente dall’influenza delle suggestioni ipnotiche su aree cerebrali frontali6 coinvolte anche nei disturbi del sonno. Per concludere, vorremmo ricordare l’antica etimologia della parola ipnosi: da Hypnos d, nella mitologia greca, dio del sonno.
[1] Thomas M, Sing H, Belenky G, Holcomb H, Mayberg H, Dannals R, Wagner H, Thorne D, Popp K, Rowland L, Welsh A, Balwinski S, Redmond D. Neural basis of alertness and cognitive performance impairments during sleepiness. I. Effects of 24 h of sleep deprivation on waking human regional brain activity. J Sleep Res. 2000, 9, 335-52.
[2] Paterson DC. Hypnosis: an alternative approach to insomnia. Can Fam Physician, 1982, 28, 768-770.
[3] Beng-Yeong Ng, Tih-Shih Lee. Hypnotherapy for sleep disorders. Ann Acad Med Singapore 2008, 37, 683-8.
[4] Abramowitz EG, Barak Y, Ben-Avi I, Knobler HY. Hypnotherapy in the treatment of chronic combat-related PTSD patients suffering from insomnia: a randomized, zolpidem-controlled clinical trial. Hntl J Clin Exp Hypnosis, 2008, 54, 270-280.
[5] Perfect MM, Elkins GR. cognitive–behavioral therapy and hypnotic relaxation to treat sleep problems in an adolescent with diabetes. J Clin Psychol, 2010, 66, 1205-1215.
[6] Halligan PW, Athwal BS, Oakley DA, Frackowiak RS.
Imaging hypnotic paralysis: implications for conversion hysteria. Lancet, 2000, 355, 986-7.
L’insonnia è caratterizzata dalla presenza di stati di veglia durante il periodo che dovrebbe essere dedicato al sonno. Essa può riguardare sia l’addormentamento (quindi l’incapacità di entrare in uno stato di sonno), sia il risveglio notturno (ovvero l’incapacità di mantenere lo stato di sonno per l’intero arco di tempo desiderato, a causa di continui e ripetuti risvegli), sia il risveglio precoce (in questo caso capita di interrompere troppo precocemente lo stato di sonno e di non riuscire più a riaddormentarsi). Solitamente, la qualità del sonno viene misurata analizzando diversi parametri: da un lato si considerano elementi soggettivi quali la buona qualità del sonno dormito, dall’altro parametri oggettivi come la durata degli episodi di sonno, il numero di risvegli precoci ed il tempo di addormentamento. Lo studio dell’ipnosi applicata al sonno non è sicuramente recente, infatti diversi lavori1,2 hanno confermato come l’ipnosi-terapia e l’autoipnosi possano portare benefici nel trattare i disturbi del sonno. Tali benefici si ottengono grazie ad una modulazione cognitiva che riduce l’iperattività dei soggetti che soffrono di insonnia, ed una modulazione comportamentale volta al rilassamento muscolare che è più consono agli stati di sonno. Inoltre è stato recentemente dimostrato il miglioramento del sonno in pazienti affetti da disturbo post traumatico da stress3 e adolescenti con familiarità di diabete4. Nel primo studio3, 17 pazienti sono stati trattati con ipnosi-terapia due volte a settimana (1.5 ore a seduta) per due settimane e gli effetti del trattamento sono stati confrontati con un gruppo di 15 soggetti trattati farmacologicamente. I risultati hanno dimostrato che:
1) in entrambi i gruppi si aveva un aumento della quantità di ore di sonno tra la prima e la seconda seduta,
2) nel gruppo che ha ricevuto l’ipnosi si è osservato un significativo aumento nella qualità del sonno,
3) in entrambi i gruppi sono diminuiti i risvegli precoci, ma la diminuzione maggiore si è osservata nel gruppo che ha ricevuto il trattamento con l’ipnosi.
Nell’insieme lo studio dimostra come diversi parametri, sia soggettivi che oggettivi, possano essere modificati in seguito alla pratica ipnotica.
Nel secondo studio4, 14 ragazze con insonnia hanno migliorato la qualità del sonno combinando un approccio cognitivo-comportamentale a tecniche di ipnosi. Inoltre è stato riportato come l’ipnosi-terapia sia stata ben accettata ed abbia favorito l’intervento cognitivo-comportamentale nel trattamento del disturbo dell’insonnia.
Dagli studi sopra riportati è, dunque, emerso come l’ipnosi possa essere un importante aiuto per chi soffre di disturbi del sonno, soprattutto se coadiuvata da una terapia psicologica classica. Questo tipo di aiuto, deriva probabilmente dall’influenza delle suggestioni ipnotiche su aree cerebrali frontali6 coinvolte anche nei disturbi del sonno. Per concludere, vorremmo ricordare l’antica etimologia della parola ipnosi: da Hypnos d, nella mitologia greca, dio del sonno.
[1] Thomas M, Sing H, Belenky G, Holcomb H, Mayberg H, Dannals R, Wagner H, Thorne D, Popp K, Rowland L, Welsh A, Balwinski S, Redmond D. Neural basis of alertness and cognitive performance impairments during sleepiness. I. Effects of 24 h of sleep deprivation on waking human regional brain activity. J Sleep Res. 2000, 9, 335-52.
[2] Paterson DC. Hypnosis: an alternative approach to insomnia. Can Fam Physician, 1982, 28, 768-770.
[3] Beng-Yeong Ng, Tih-Shih Lee. Hypnotherapy for sleep disorders. Ann Acad Med Singapore 2008, 37, 683-8.
[4] Abramowitz EG, Barak Y, Ben-Avi I, Knobler HY. Hypnotherapy in the treatment of chronic combat-related PTSD patients suffering from insomnia: a randomized, zolpidem-controlled clinical trial. Hntl J Clin Exp Hypnosis, 2008, 54, 270-280.
[5] Perfect MM, Elkins GR. cognitive–behavioral therapy and hypnotic relaxation to treat sleep problems in an adolescent with diabetes. J Clin Psychol, 2010, 66, 1205-1215.
[6] Halligan PW, Athwal BS, Oakley DA, Frackowiak RS.
Imaging hypnotic paralysis: implications for conversion hysteria. Lancet, 2000, 355, 986-7.