IPNOSI E AUTOIPNOSI
Curare il benessere con l'autoipnosi.
L'utilizzo dell'ipnosi per il trattamento di condizioni cliniche, somatiche o psicologiche, sta affermandosi grazie al consolidamento dei risultati seguito all’accumularsi della letteratura scientifica sull'argomento. Ma l'ipnosi non è soltanto uno strumento utile alla persona sofferente: una sua declinazione è l'autoipnosi, una tecnica di cui il soggetto può servirsi per il miglioramento del benessere quotidiano.
Un campo di applicazione di questa tecnica è la gestione dello stress1. Uno studio recente2 ha indagato come l'autoipnosi possa modulare il funzionamento del sistema nervoso simpatico, responsabile delle risposte di attivazione di fronte allo stimolo stressante; e parasimpatico, che invece favorisce risposte opposte.
I risultati, ottenuti da un campione di soggetti nuovi a questa tecnica, hanno dimostrato, confermando dati della letteratura precedente3,4, che un training di autoipnosi può promuovere l'attività del sistema parasimpatico, favorendo l’ingresso in uno stato che vede l’abbassamento del ritmo respiratorio, del battito cardiaco, della pressione sanguigna ed il raggiungimento di un piacevole stato di rilassamento psico-fisico.
Che l’autoipnosi sia in grado di abbassare i livelli di ansia lo si è appreso anche da studi precedenti. Uno in particolare5 ha messo a confronto due gruppi: il primo, oltre a seguire una terapia cognitivo-comportamentale per contenere stati ansiosi, veniva addestrato all’autoipnosi; nel secondo l’autoipnosi veniva sostituita da semplici tecniche di rilassamento. Alla conclusione dello studio il gruppo di autoipnosi ha riportato un maggior miglioramento che si è mantenuto più a lungo nel tempo.
La riduzione dei livelli di stress e di ansia può migliorare il funzionamento della persona.
Un esempio è l’effetto positivo su situazioni che richiedono alti livelli di attenzione in vista di una prestazione lavorativa o di studio. In una ricerca su studenti di medicina del primo anno6 si sono confrontati i livelli di ansia di un gruppo addestrato all’autoipnosi e di un gruppo di controllo. I risultati hanno rilevato come l’ansia del primo gruppo si abbassi progressivamente col trascorrere dell’anno accademico e che il picco di ansia in corrispondenza degli esami era nettamente più basso nei soggetti del gruppo di autoipnosi.
Questo ha avuto un effetto importante sulla qualità di vita degli studenti, permettendogli di aumentare concentrazione, attenzione, di ridurre la presenza dei sintomi tipici dello stress e di dormire meglio.
Un campo in cui esiste già un certo numero di pubblicazioni scientifiche è proprio quello del trattamento dell’insonnia attraverso training di autoipnosi. Per insonnia si intende la difficoltà ad addormentarsi, il verificarsi di risvegli durante la notte e/o la povera qualità o durata del sonno7,8. La sonnolenza risultante può esitare nel calo dei livelli di performance accademica o lavorativa dovuti all’abbassamento della concentrazione e della memoria8.
Il trattamento dell’insonnia attraverso l’autoipnosi ha restituito risultati positivi sia negli adulti che nei bambini9,10,11 risultando in certi casi più efficace dei rimedi farmacologici10. Il fatto che l’autoipnosi permetta di abbassare i livelli di attivazione fisiologica12, di mettere da parte i pensieri stressanti e il fatto che evochi immagini e sensazioni piacevoli per la persona, ha permesso, in uno studio condotto su un campione pediatrico9, di ottenere una percentuale di successo dell’87%, percentuale pressoché identica a quella rilevata in popolazione adulta. Notevole anche il fatto che in questo studio la durata media dell’insonnia dei partecipanti era di ben 3 anni.
Concludiamo riportando che negli studi sopracitati l’“ipnotizzabilità” dei soggetti non era rilevante, qualificando l’autoipnosi come uno strumento economico, efficace e generalizzabile per il miglioramento del benessere che ciascun individuo può utilizzare in piena autonomia.
Bibliografia
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