IPNOSI, ASMA, ALLERGIE
Ipnosi, Asma e Allergie. Una soluzione per risolvere gli episodi acuti e prevenirli a lungo termine.
L'asma è una delle malattie respiratorie più diffuse del nostro tempo, conta infatti milioni di affetti in tutto il mondo e può essere definita come una infiammazione cronica delle vie aeree caratterizzata da esacerbazioni intermittenti (attacchi) che possono rientrare sia spontaneamente sia attraverso l’uso di sostanze specifiche[1].
Le terapie mediche attualmente utilizzate sono costituite da farmaci broncodilatatori e corticosteroidi, sostanze che mirano al controllo dei sintomi a lungo termine o alla risoluzione immediata dell’attacco. L’asma può anche interagire con una risposta infiammatoria in corso: circa un asmatico su due presenta infatti quello che viene detto asma allergico o atopico[2]. Questi individui sono particolarmente sensibili ad allergeni quali polline, polvere, fumo o particelle distaccatesi dal pelo animale, la cui inalazione può causare l’insorgere di un attacco. Pur essendo una condizione che solo in una limitata quantità di casi può costituire un rischio per la vita della persona, richiede costante supervisione medica e nonostante la recente crescita esponenziale del materiale scientifico al riguardo, la sua prevalenza tende ad aumentare specialmente tra i bambini e i giovani adulti[3].
Ma può l’ipnosi essere di aiuto a chi soffre d’asma? La letteratura risponde affermativamente: esiste infatti ormai una sostanziosa quantità di studi che ne testimonia gli effetti benefici.
Uno studio compiuto in seno all’ Università del Connecticut[4] ha diviso un campione di bambini in quattro gruppi. I partecipanti del primo gruppo avrebbero ricevuto un trattamento ipnotico, quelli del secondo delle suggestioni durante il normale stato di veglia (senza quindi aver preso parte ad una seduta di ipnosi), il terzo gruppo avrebbe ricevuto un intervento placebo (una intervista che indagava gli interessi personali dei partecipanti) ed il quarto gruppo, di controllo, non avrebbe preso parte a nessun intervento oltre quelli previsti dalla normale routine medica. Dopo due anni di osservazione, i risultati hanno indicato che i bambini inclusi nel gruppo di ipnosi, oltre a beneficiare di una riduzione significativa della sintomatologia, hanno saltato meno giorni di scuola a causa dell’asma rispetto ai partecipanti degli altri tre gruppi. Si è inoltre osservato che i bambini che mostravano più facilità ad utilizzare lo stato ipnotico come suggerito dal personale, mostravano miglioramenti notevoli, fenomeno che supporta l’ipotesi che l’allenamento delle capacità ipnotiche dell’individuo possa rappresentare un grande vantaggio nella gestione della sintomatologia.
Lo studio precedente è uno degli esempi che dimostrano l’efficacia dell’ipnosi nel gestire i sintomi di questa condizione a lungo termine. Un altro filone della letteratura ha approfondito invece le possibilità di intervento sugli attacchi in corso. Una ricerca condotta grazie alla partecipazione di un gruppo di bambini visitati in ospedale durante attacchi d’asma[5] ha permesso di appurare, attraverso l’ausilio di strumenti di valutazione oggettiva, che l’ipnosi in questi casi permette di ridurre il costringimento delle vie aeree. I ricercatori hanno inoltre riportato che l’80% dei bambini trattati con questa tecnica non ha necessitato della somministrazione di farmaci broncodilatatori.
Scoperte di questo tipo in alcuni casi hanno portato all’implementazione di protocolli ipnotici all’interno di strutture specificamente pensate per la cura di pazienti con problemi respiratori. Una testimonianza proviene da un articolo del 2005[6] che descrive come l’equipe clinica sia riuscita a ottenere il miglioramento o la remissione dei sintomi nell’80% dei pazienti acceduti al Paediatric Pulmonary Center della Upstate Medical University nell’arco di tre anni. L’autore inoltre sottolinea che uno dei punti di forza di questa tecnica risiede nel fatto che diverse figure professionali, oltre che i pazienti stessi, possono apprenderla in modo da utilizzarla efficacemente nella gestione della sintomatologia.
Le terapie mediche attualmente utilizzate sono costituite da farmaci broncodilatatori e corticosteroidi, sostanze che mirano al controllo dei sintomi a lungo termine o alla risoluzione immediata dell’attacco. L’asma può anche interagire con una risposta infiammatoria in corso: circa un asmatico su due presenta infatti quello che viene detto asma allergico o atopico[2]. Questi individui sono particolarmente sensibili ad allergeni quali polline, polvere, fumo o particelle distaccatesi dal pelo animale, la cui inalazione può causare l’insorgere di un attacco. Pur essendo una condizione che solo in una limitata quantità di casi può costituire un rischio per la vita della persona, richiede costante supervisione medica e nonostante la recente crescita esponenziale del materiale scientifico al riguardo, la sua prevalenza tende ad aumentare specialmente tra i bambini e i giovani adulti[3].
Ma può l’ipnosi essere di aiuto a chi soffre d’asma? La letteratura risponde affermativamente: esiste infatti ormai una sostanziosa quantità di studi che ne testimonia gli effetti benefici.
Uno studio compiuto in seno all’ Università del Connecticut[4] ha diviso un campione di bambini in quattro gruppi. I partecipanti del primo gruppo avrebbero ricevuto un trattamento ipnotico, quelli del secondo delle suggestioni durante il normale stato di veglia (senza quindi aver preso parte ad una seduta di ipnosi), il terzo gruppo avrebbe ricevuto un intervento placebo (una intervista che indagava gli interessi personali dei partecipanti) ed il quarto gruppo, di controllo, non avrebbe preso parte a nessun intervento oltre quelli previsti dalla normale routine medica. Dopo due anni di osservazione, i risultati hanno indicato che i bambini inclusi nel gruppo di ipnosi, oltre a beneficiare di una riduzione significativa della sintomatologia, hanno saltato meno giorni di scuola a causa dell’asma rispetto ai partecipanti degli altri tre gruppi. Si è inoltre osservato che i bambini che mostravano più facilità ad utilizzare lo stato ipnotico come suggerito dal personale, mostravano miglioramenti notevoli, fenomeno che supporta l’ipotesi che l’allenamento delle capacità ipnotiche dell’individuo possa rappresentare un grande vantaggio nella gestione della sintomatologia.
Lo studio precedente è uno degli esempi che dimostrano l’efficacia dell’ipnosi nel gestire i sintomi di questa condizione a lungo termine. Un altro filone della letteratura ha approfondito invece le possibilità di intervento sugli attacchi in corso. Una ricerca condotta grazie alla partecipazione di un gruppo di bambini visitati in ospedale durante attacchi d’asma[5] ha permesso di appurare, attraverso l’ausilio di strumenti di valutazione oggettiva, che l’ipnosi in questi casi permette di ridurre il costringimento delle vie aeree. I ricercatori hanno inoltre riportato che l’80% dei bambini trattati con questa tecnica non ha necessitato della somministrazione di farmaci broncodilatatori.
Scoperte di questo tipo in alcuni casi hanno portato all’implementazione di protocolli ipnotici all’interno di strutture specificamente pensate per la cura di pazienti con problemi respiratori. Una testimonianza proviene da un articolo del 2005[6] che descrive come l’equipe clinica sia riuscita a ottenere il miglioramento o la remissione dei sintomi nell’80% dei pazienti acceduti al Paediatric Pulmonary Center della Upstate Medical University nell’arco di tre anni. L’autore inoltre sottolinea che uno dei punti di forza di questa tecnica risiede nel fatto che diverse figure professionali, oltre che i pazienti stessi, possono apprenderla in modo da utilizzarla efficacemente nella gestione della sintomatologia.
Brown, in un articolo del 2007[7], ha raccolto le evidenze derivanti letteratura scientifica sull’argomento dagli anni ’60 in poi, traendo la conclusione che l’ipnosi è uno strumento che ha dimostrato la sua efficacia ma che necessita ancora di studio perché ne vengano compresi appieno il potenziale ed i meccanismi di funzionamento. Parte di questa necessità deriva dal fatto che una importante porzione della ricerca su questo tema è composta da studi eseguiti su singoli soggetti. I benefici ottenuti da questi spaziano in molte aree: la riduzione della sintomatologia, l’acquisizione di strategie efficaci per gestire gli attacchi, il miglioramento della qualità di vita e la riduzione di comportamenti legati alla malattia (dalla frequenza di visite mediche, al ricorso a rimedi farmacologici, fino al ritiro sociale). Sulla replica e sulla conferma di questi risultati si dovrà concentrare la ricerca futura.
Bibliografia
1. | Kay, A.B. (1991). Asthma and inflammation. Journal of allergy and clinical immunology, 87, 893-910. |
2. | Brown, D. (2007). Evidence-based hypnotherapy for asthma: A critical review. International journal of clinical and experimental hypnosis, 55(2), 220-249. |
3. | Pearce, N., Aït-Khaled, N., Beasley, R., Mallol, J., Keil, U., Mitchell, E., Robertson, C. (2007). Worldwide trends in the prevalence of asthma symptoms: phase III of the international study of Asthma and allergies in childhood (ISAAC). Thorax, 62, 758-766. |
4. | Kohen, D.P. (1995). Relaxation/mental imagery (self-hypnosis) for childhood asthma: Behavioral outcomes in a prospective, controlled study. Hypnos, 22, 132-144. |
5. | Fernandez, O.F. (1993). Hypnosis: Its use in acute attacks of bronchial asthma. Hypnos, 20, 236-245. |
6. | Anbar, R.D.; Hummell, K.E. (2005). Teamwork Approach to Clinical Hypnosis at a Pediatric Pulmonary Center. American journal of clinical hypnosis, 48(1), 45-9 |
7. | ibid. |