IPNOSI PER IL TRATTAMENTO DELLE CEFALEE
Il mal di testa è un dolore molto diffuso in popolazione che può avere diverse cause e diversi modi di manifestarsi. In termini generali, è stato rilevato che ogni anno, circa il 47% della popolazione soffrirà di mal di testa almeno una volta e che la maggioranza di questi è di tipo muscolo-tensivo, cioè causato dalla prolungata contrazione dei muscoli del collo e delle spalle dovuta allo stress[1].
L’ipnosi, sin dalle sue prime sperimentazioni formalizzate, che possiamo rintracciare a metà dell’ ‘800[2], è stata utilizzata per la gestione di diversi tipi di dolore e quest’ambito di ricerca è uno dei più rappresentati nella letteratura scientifica sull’argomento. L’efficacia di questa tecnica l’ha portata inoltre ad essere definita da alcuni autori come “un trattamento per il dolore specifico, efficace e migliore di farmaci o altri trattamenti psicologici[3].” Il National Institute of Health (il principale ente medico statunitense per la promozione della salute) descrive l’ipnosi come “una tecnica comportamentale e di rilassamento efficace nel trattamento di insonnia e dolore cronico” in particolare in soggetti affetti da gravi malattie terminali come il cancro[4]. Detto questo, è facile intuire come mai un certo numero di studiosi si sia interessato all’utilizzo dell’ipnosi anche per alleviare la sofferenza generata dal mal di testa primario, cioè non causato da altre condizioni mediche.
Un gruppo di ricercatori, rilevando l’efficacia dell’ipnosi nel trattamento di altre problematiche infantili (dispnea, insonnia e incubi), ha indagato gli effetti che un training di autoipnosi insieme a 2 sedute di ipnosi etero-indotta possono avere nel trattamento di questo tipo di quadro. Il 96% dei giovani pazienti reclutati(età media 15 anni) hanno riportato, al termine dello studio, un abbassamento della frequenza e dell’intensità del dolore. Scendendo più nel dettaglio, i ricercatori hanno diviso i partecipanti in due gruppi: uno composto da partecipanti i cui mal di testa erano causati da fattori stressanti variabili ed un altro in cui i mal di testa erano causati da fattori fissi (cioè da situazioni specifiche). I ricercatori affermano che in quest’ultimo caso si è riusciti ad agire efficacemente grazie alla possibilità che offre l’ipnosi di identificare e lavorare sulle cause psicologiche di certe reazioni somatiche[5].
Una parte importante della ricerca in quest’ambito si è concentrata proprio su bambini ed adolescenti, soggetti particolarmente colpiti da cefalee ricorrenti croniche (prevalenza rispettiva: 10,6% e 28%). Questa condizione può portare, oltre che a disagi soggettivi di vario genere, a conseguenze negative sulla vita quotidiana di chi ne soffre come ad esempio difficoltà di concentrazione a scuola, aumento della preoccupazione a proposito del proprio stato di salute fisica, problemi relazionali con pari e familiari e perdita di giorni di scuola[6]. In questi casi viene spesso impostata una terapia farmacologica che purtroppo non sempre funziona e rischia di portare più effetti collaterali che benefici[7].
Uno studio condotto nel 2007[8] ha osservato gli effetti di un trattamento basato sull’insegnamento dell’autoipnosi in 144 pazienti il cui mal di testa si era dimostrato resistente ai farmaci. I risultati hanno dimostrato che la frequenza e l’intensità degli episodi si erano ridotte rispetto al periodo precedente l’intervento e che l’entità di queste riduzioni si attestava rispettivamente all’88% ed all’87%. L’osservazione di questi stessi pazienti ha permesso inoltre di accertare che i risultati si sono mantenuti stabili anche a fronte di intervalli di tempo molto lunghi (11,6 anni in media) e che, in modo del tutto spontaneo, i partecipanti tendevano ad ampliare con profitto l’uso dell’autoipnosi anche in ambiti diversi come la gestione dell’ansia dovuta a performance accademiche e sportive o per migliorare la qualità del sonno[9].
In sintesi dunque l’ipnosi è ormai riconosciuta come una tecnica efficace per la riduzione di diversi tipi di dolore, incluso il mal di testa. Si tratta di una strada economica sia in termini di tempo che di spesa, senza effetti collaterali e che – soprattutto quando è previsto l’insegnamento dell’autoipnosi – promuove l’autonomia del soggetto e gli fornisce strumenti con i quali intervenire anche in altri ambiti della propria vita per migliorare il proprio benessere e la sicurezza in se stesso.
L’ipnosi, sin dalle sue prime sperimentazioni formalizzate, che possiamo rintracciare a metà dell’ ‘800[2], è stata utilizzata per la gestione di diversi tipi di dolore e quest’ambito di ricerca è uno dei più rappresentati nella letteratura scientifica sull’argomento. L’efficacia di questa tecnica l’ha portata inoltre ad essere definita da alcuni autori come “un trattamento per il dolore specifico, efficace e migliore di farmaci o altri trattamenti psicologici[3].” Il National Institute of Health (il principale ente medico statunitense per la promozione della salute) descrive l’ipnosi come “una tecnica comportamentale e di rilassamento efficace nel trattamento di insonnia e dolore cronico” in particolare in soggetti affetti da gravi malattie terminali come il cancro[4]. Detto questo, è facile intuire come mai un certo numero di studiosi si sia interessato all’utilizzo dell’ipnosi anche per alleviare la sofferenza generata dal mal di testa primario, cioè non causato da altre condizioni mediche.
Un gruppo di ricercatori, rilevando l’efficacia dell’ipnosi nel trattamento di altre problematiche infantili (dispnea, insonnia e incubi), ha indagato gli effetti che un training di autoipnosi insieme a 2 sedute di ipnosi etero-indotta possono avere nel trattamento di questo tipo di quadro. Il 96% dei giovani pazienti reclutati(età media 15 anni) hanno riportato, al termine dello studio, un abbassamento della frequenza e dell’intensità del dolore. Scendendo più nel dettaglio, i ricercatori hanno diviso i partecipanti in due gruppi: uno composto da partecipanti i cui mal di testa erano causati da fattori stressanti variabili ed un altro in cui i mal di testa erano causati da fattori fissi (cioè da situazioni specifiche). I ricercatori affermano che in quest’ultimo caso si è riusciti ad agire efficacemente grazie alla possibilità che offre l’ipnosi di identificare e lavorare sulle cause psicologiche di certe reazioni somatiche[5].
Una parte importante della ricerca in quest’ambito si è concentrata proprio su bambini ed adolescenti, soggetti particolarmente colpiti da cefalee ricorrenti croniche (prevalenza rispettiva: 10,6% e 28%). Questa condizione può portare, oltre che a disagi soggettivi di vario genere, a conseguenze negative sulla vita quotidiana di chi ne soffre come ad esempio difficoltà di concentrazione a scuola, aumento della preoccupazione a proposito del proprio stato di salute fisica, problemi relazionali con pari e familiari e perdita di giorni di scuola[6]. In questi casi viene spesso impostata una terapia farmacologica che purtroppo non sempre funziona e rischia di portare più effetti collaterali che benefici[7].
Uno studio condotto nel 2007[8] ha osservato gli effetti di un trattamento basato sull’insegnamento dell’autoipnosi in 144 pazienti il cui mal di testa si era dimostrato resistente ai farmaci. I risultati hanno dimostrato che la frequenza e l’intensità degli episodi si erano ridotte rispetto al periodo precedente l’intervento e che l’entità di queste riduzioni si attestava rispettivamente all’88% ed all’87%. L’osservazione di questi stessi pazienti ha permesso inoltre di accertare che i risultati si sono mantenuti stabili anche a fronte di intervalli di tempo molto lunghi (11,6 anni in media) e che, in modo del tutto spontaneo, i partecipanti tendevano ad ampliare con profitto l’uso dell’autoipnosi anche in ambiti diversi come la gestione dell’ansia dovuta a performance accademiche e sportive o per migliorare la qualità del sonno[9].
In sintesi dunque l’ipnosi è ormai riconosciuta come una tecnica efficace per la riduzione di diversi tipi di dolore, incluso il mal di testa. Si tratta di una strada economica sia in termini di tempo che di spesa, senza effetti collaterali e che – soprattutto quando è previsto l’insegnamento dell’autoipnosi – promuove l’autonomia del soggetto e gli fornisce strumenti con i quali intervenire anche in altri ambiti della propria vita per migliorare il proprio benessere e la sicurezza in se stesso.
[1] WHO (2012), Headache Disorders, Fact sheet N°277. http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs277/en/.
[2] Elliotson, J. (1843). Numerous cases of surgical operations without pain in the mesmeric state. Philadelphia: Lea & Blanchard.
[3] Chambless, D.L., Baker, M.J., Baucaom, D.H., Beutler, L.E., Calhoun, K.S., Crits-Christhoph, P., et al. (1998). Update on empirically validated therapies II. The Clinical Psychologist, 51, 3-16.
Chambless, D.L., Hollon, S.D. (1998). Defining empirically supported therapies. Journal of Consulting and Clinical Psychology.
Chambless, D.L., Hollon, S.D. (1998). Defining empirically supported therapies. Journal of Consulting and Clinical Psychology.
[4] NIH Technology Assessment Panel on Integration of Bavioral and Relaxation Approaches into the Treatment od Chronic Pain and Insomnia. (1996). Integration of behavioral and relaxation approaches into the treatment of chronic pain and insomnia. Journal Of The American Medical Association, 276, 313-318.
[5] Anbar, R.D., Zoughbi, G.G. (2008). Relationship of headache associated stressors and hypnosis therapy outcome in children: a retrospective chart review. American Journal of Clinical Hypnosis, 50:4, 335-341.
[6] Carlsson J, Larsson B, Mark A. (1996) Psychosocial functioning in schoolchildren with recurrent headaches. Headache;36:77-82.
Karwautz A, Wober C, Lang T, Bock A, Wagner-Ennsgraber C, Vesely C, et al. (1999). Psychosocial factors in children and adolescents with migraine and tension-type headache: a controlled study and review of the literature. Cephalalgia;19: 32-43.
Karwautz A, Wober C, Lang T, Bock A, Wagner-Ennsgraber C, Vesely C, et al. (1999). Psychosocial factors in children and adolescents with migraine and tension-type headache: a controlled study and review of the literature. Cephalalgia;19: 32-43.
[7] Lewis D, Ashwal S, Hershey A, Hirtz D, Yonker M, Silberstein S. (2004). Practice parameter: pharmacological treatment of migraine headache in children and adolescents. Neurology;63:2215-24.
[8] Kohen, D.P, Zajac, R. (2007). Self-Hypnosis Training for Headaches in Children and Adolescents. Journal of Pediatrics, 150, 635-639.
[9] Kohen, D.P. (2010). Long-Term Follow-up of Self-Hypnosis Training For Recurrent Headaches: What the Children Say. International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis, 58:4, 417-432.