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RICCARDO BONAZZI_STUDENTE IV ANNO MEDICINA
Durante uno degli esercizi dell’ultimo seminario che ho seguito in Istituto, un mio compagno di corso ha citato una metafora usata da Erickson che, a rifletterci, rispecchia bene il mio percorso di apprendimento dell’ipnosi ericksoniana. Erickson raccontò a un suo paziente che quando era giovane, nei dintorni della fattoria in cui viveva con la famiglia, venne ritrovato un cavallo. Nessuno sapeva di chi fosse, quindi il giovane Milton decise di riportarlo al suo proprietario, stando attento che l’equino vagabondo rimanesse sulla strada quando provava ad allontanarsene. Ma come, non sapevano di chi fosse e lui lo riportò alla persona giusta? – obiettò il povero paziente - Erickson rispose che sì, effettivamente lui non aveva idea della strada, ma il cavallo la conosceva eccome.
Sono consapevole di correre un grosso rischio nel paragonare gli stimatissimi docenti a un cavallo, ma tant’è; alla fine sono stato accompagnato esattamente dove dovevo arrivare, proprio come accadde ad Erickson (ma anche al cavallo, in effetti, quindi l’equino potrei benissimo essere io). Il percorso formativo si è rivelato ideale per acquisire le conoscenze che, viste a posteriori, calzano perfettamente a chi come me è ancora studente e un giorno potrà usare l’ipnosi per fare terapia; si ha tutto il tempo per esercitarsi utilizzando lo strumento su se stessi per arrivare un giorno in modo più consapevole alla clinica vera e propria. Un ricordo speciale mi rimarrà sempre dei miei compagni di avventura, capaci di arricchire ogni esperienza con i diversi punti di vista personali, che hanno reso l’attività di laboratorio ancora più efficace e stimolante.
E infine grazie a Nicoletta per il sorriso, a GianCarlo per i continui tentativi di estorsioni enologiche al minimo ritardo e a Mauro per le tante correzioni introdotte da un “Va bene, ma avresti potuto anche…”.
È stato, e sarà nei prossimi incontri, un vero piacere.
Riccardo
Sono consapevole di correre un grosso rischio nel paragonare gli stimatissimi docenti a un cavallo, ma tant’è; alla fine sono stato accompagnato esattamente dove dovevo arrivare, proprio come accadde ad Erickson (ma anche al cavallo, in effetti, quindi l’equino potrei benissimo essere io). Il percorso formativo si è rivelato ideale per acquisire le conoscenze che, viste a posteriori, calzano perfettamente a chi come me è ancora studente e un giorno potrà usare l’ipnosi per fare terapia; si ha tutto il tempo per esercitarsi utilizzando lo strumento su se stessi per arrivare un giorno in modo più consapevole alla clinica vera e propria. Un ricordo speciale mi rimarrà sempre dei miei compagni di avventura, capaci di arricchire ogni esperienza con i diversi punti di vista personali, che hanno reso l’attività di laboratorio ancora più efficace e stimolante.
E infine grazie a Nicoletta per il sorriso, a GianCarlo per i continui tentativi di estorsioni enologiche al minimo ritardo e a Mauro per le tante correzioni introdotte da un “Va bene, ma avresti potuto anche…”.
È stato, e sarà nei prossimi incontri, un vero piacere.
Riccardo